L’universo della formula uno gli avrebbe attribuito il soprannome “Magic” dopo appena una manciata di anni trascorsi nella massima serie, ma ciò che rendeva speciale Ayrton lo si potè notare subito, sin dalle prime uscite con la Toleman, la monoposto con cui fece il debutto tra i big nel Mondiale 1984.
Già nei campionati britannici di Formula 2000, Formula Ford 1600 e Formula 3, tutti conquistati tra il 1981 e il 1983, il giovane Da Silva, il cognome del padre cui Ayrton preferì quello della madre meno comune, aveva sbaragliato la concorrenza, a suon di vittorie e pole position.
Sfumato l’accordo con il Team Brabham e dopo aver testato anche McLaren e Williams, il paulista esordì in F.1 con la vettura di Ted Toleman, spinta da un 4 cilindri Hart sovralimentato: non certo tra le migliori del lotto, eppure idonea per l’apprendistato di quello che vincerà tre titoli mondiali in pochi anni.
Resta nella memoria di tutti il bagnatissimo Gp. di Monaco 1984 dove si portò in seconda posizione alle spalle di Alain Prost prima che la gara venisse interrotta per l’intensificarsi della pioggia.
I risultati ottenuti gli valsero un ingaggio nel Team Lotus dove l’anno successivo approdò assieme al pilota italiano Elio De Angelis.
In Portogallo, ancora sotto la pioggia battente, conquistò la sua prima vittoria dopo essere scattato dalla pole.
Raggiunse i suoi tre titoli mondiali negli anni 1988, 1990 e 1991 con il Team McLaren motorizzato Honda.
Resta purtroppo l’epilogo della sua scomparsa sulla pista di Imola il 1° Maggio 1994 nelle prime concitate fasi del Gp. di S. Marino in un weekend dove la F.1 perse per sempre quello che a detta di tutti sarebbe diventato il pilota più vittorioso nella storia della massima serie.
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