Carlo Chiti ( Pistoia, 19 Dicembre 1924 – Milano, 7 Luglio 1994) è stato un ingegnere italiano. Laureato in ingegneria aeronautica all’università di Pisa entrò ben presto a far parte dei ranghi progettistici dell’Alfa Romeo dove, dal 1952, fu assegnato al reparto corse.

Nel 1957 Enzo Ferrari lo chiamò a sostituire l’ingegner Andrea Fraschetti nel progetto della Ferrari 156 F1, una delle prime vetture a motore posteriore. Chiti rimase alla Ferrari fino al 1961 quando, assieme ad altri progettisti e dirigenti, tra cui Giotto Bizzarrini, decise di tentare l’avventura della Ats.

Durante il periodo Ferrari, i motori e le vetture progettate da Chiti vinsero due titoli mondiali di F.1, nel 1958 con Mike Hawthorn e nel 1961 con Phil Hill.

Nel 1966 tornò all’Alfa Romeo come direttore generale dell’Autodelta, la Scuderia da competizione della casa milanese. Con essa si impegnò a fondo (Sport Prototipi) e dopo varie vittorie in singole gare, ottenne la vittoria nel Mondiale Marche nel 1975 ed anche nel 1977.

Poco dopo Chiti e l’Autodelta si impegnarono per conto dell’Alfa Romeo anche nel mondiale F.1, con risultati grami per lo scarso aiuto economico fornito dalla proprietà della casa automobilistica (IRI).

Carlo Chiti diresse il reparto corse fino al 1985, quando assieme ad altri progettisti, fondò la Motori Moderni, che rifornì principalmente la Minardi.

Aneddoto: in una intervista ad Oscar Orefici, Niki Lauda raccontò che Chiti era un appassionato cinofilo, e lasciava il suo cane girare liberamente per il box. Una volta, Lauda vide il cane orinare accanto alla sua Brabham-Alfa Romeo e, senza scomporsi, lo disse a Chiti, il quale, anch’egli imperturbabile, gli rispose di lasciarlo fare, che non avrebbe fatto danno.