Il mondiale di formula uno 1976 vide l’avvio della nuova partnership tra l’Istriano Mario Andretti e Colin Chapman, a 7 anni dal Gp. degli Stati Uniti 1969, fino a quel momento disputato dal pilota italo-americano al volante di una Lotus.

La collaborazione tra Mario ed il costruttore britannico si rivelò ben presto felice, al netto delle battute d’arresto causate dall’altenante affidabilità delle monoposto del team inglese;

dopo essersi imposto nel Gp. Giappone 1976, Andretti conquistò 4 gran premi nel corso del 1977, cominciando il mondiale 1978 con il trionfo nell’inaugurale gran premio Argentina.

Dopo alcuni anonimi piazzamenti, la stagione del pilota italo-americano decollò non appena Chapman mise in campo la rivoluzionaria e bellissima ’79 ad effetto suolo “wing car”.

Questa macchina permise un dominio assoluto del Team Lotus nelle rimanenti gare.

Il fato volle purtroppo che i due compagni di squadra Andretti e Peterson ebbero due destini completamente diversi: Andretti vinse il titolo mondiale, mentre la vita di Peterson si arrestò in ospedale dopo aver inalato fumi tossici derivanti dall’incidente durante le prime concitate fasi del gran premio d’Italia a Monza.

Da non dimenticare che, nel 1982, Andretti venne richiamato in Ferrari a sostituire l’infortunato Pironi sempre sul circuito brianzolo.

Lo fece in una maniera sontuosa. Sulla spinta infatti del popolo ferrarista, andò a prendersi una pole position indimenticabile, mandando in delirio il pubblico.