Al via del primo campionato del mondo di F.1, nel 1950, sono quattro i fornitori di gomme che si presentano in pista: oltre all’italiana Pirelli, gareggiano la belga Englebert, la britannica Dunlop e l’americana Firestone: quest’ultima però, pur risultando nelle statistiche, si presenta in una sola occasione, ovvero nella 500 miglia di Indianapolis che agli albori del mondiale concorre al campionato del mondo piloti F.1 e nella quale tutti i piloti utilizzano le gomme americane.
I primi quattro campionati vedono la situazione inalterata, con il marchio Pirelli che domina nel numero di vittorie (28 su 32 Gran Premi), Firestone che raccoglie la vittoria nella 500 miglia, Englebert che conquista 4 Gran Premi e Dunlop che resta a zero.
Nel 1954 si aggiungono ai quattro già presenti, altri due fornitori di gomme: la tedesca Continental e la britannica Avon; è il record imbattuto con sei gommisti complessivi durante la stessa stagione.
Nel 1964 l’americana fa il suo ingresso nel Mondiale (con la presenza più lunga di sempre, 35 anni consecutivi).
Nel decennio 1970-1979 si vede una prima rivoluzione in F.1 in ambito gomme: al posto delle intagliate fanno il loro debutto nel 1970 le slick, che conferiscono maggior grip alle monoposto.
Nel 1976 c’e il timido ingresso per la prima volta in F.1 della giapponese Bridgestone, che tra 1976 e 1977 fornisce i suoi pneumatici esclusivamente nel Gp. del Giappone.
Il 1977 vede l’ingresso nel Circus di un altro fornitore importante: la francese Michelin.
Nel 1981 e 1982, senza risultati eclatanti, si segnala il rientro dell’Avon.
L’uscita dei francesi dal mondiale, al termine del 1984, dà il via libera ad un dominio Goodyear che durerà fino al 1997.
Negli anni ’80 si vede anche il ritorno di Pirelli dal 1981 al 1986 con solo due vittorie conquistate.
Gli anni ’90 vedono il grande dominio degli americani di Goodyear.
Il ritiro di Pirelli al termine della stagione 1991, con l’ultima vittoria di Piquet, lascia strada alla terza era del monogomma.
Nel 1997, dopo 19 stagioni di assenza, i giapponesi della Bridgestone fanno il loro ritorno nella massima serie: sulle gomme anteriori compaiono 3 scanalature che diventeranno 4 nel ’99.
Con la vittoria nel mondiale piloti con Mika Hakkinen in McLaren, vede così il termine la lunga esperienza in formula uno del colosso americano Goodyear, iniziata nel 1964, dopo 35 anni lasciando i giapponesi a dominare la scena.
Bridgestone chiude il vecchio ed inizia il nuovo millennio da fornitore unico di pneumatici per la formula 1.
Nel 2001 però, è Michelin a tornare in corsa. I francesi tornano dopo un’assenza di 16 stagioni. Il momento più alto dei francesi corrisponde con l’iridato Fernando Alonso su Renault nel 2005 e 2006.
A fine stagione i transalpini si ritirano da campioni.
Dal 2007 Bridgestone rimane unico gommista in F.1 . Il 2010 è l’ultimo anno del fornitore giapponese nel mondiale formula uno, infatti a partire dal 2011 il regime di monogomma finisce in mano a Pirelli: l’azienda italiana, congiuntamente con la FIA, propone una nuova gestione delle gomme, votata alle prestazioni ma anche allo spettacolo.Mescole diverse e distinguibili anche dal pubblico tramite colori definiti sul marchio della spalla e degrado elevato per aumentare implicitamente il numero dei pitstop e quindi il “movimento” in pista. Goodyear, dall’alto delle sue 35 stagioni consecutive, è la regina dei fornitori con 493 presenze e 368 vittorie. Pirelli, grazie alle sue ultime stagioni, ha sopravanzato Bridgestone.
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