Robert John Herd (Newton-le-Willows, 23 Marzo 1939-4 Giugno 2019) è stato un ingegnere britannico, attivo fino agli anni ’90 come progettista di vetture di formula 1 e cofondatore della March Engineering.

Nel 1965 iniziò ad occuparsi di automobilismo venendo assunto da Bruce McLaren per progettare la prima vettura da formula uno della sua scuderia.

Herd realizzò un prototipo, la McLaren 2A, utilizzata dalla Firestone per sviluppare i propri pneumatici da competizione.

Fu la base per le successive monoposto di formula uno della McLaren, per la quale Herd continuò a lavorare fino al 1968, lasciandola dopo aver disegnato la vincente M7.

Nello stesso anno il progettista inglese realizzò una vettura a trazione integrale per la Cosworth, progetto che fu però abbandonato quasi immediatamente, dopo aver effettuato alcuni test in segreto.

Herd decise così di creare una propria scuderia di Formula Uno, unendosi a Max Mosley, Alan Rees e Graham Coaker per fondare la March Engineering.

Mentre la scuderia di F.1, pur conquistando 3 vittorie, non ottenne particolare successo, la March si affermò nettamente come costruttore di telai in F.2 ed in F.3 e nel 1977 Herd, rimasto unico proprietario, abbandonò il team di F.1 per concentrarsi su altri progetti.

A metà anni ’80 la March estese il proprio raggio d’azione anche alle serie statunitensi, in particolare la Indycar, ottenendo grandi successi;

Herd decise quindi di affidare lo sviluppo delle vetture di Formula 2 alla Onix di Mike Earle, in modo da potersi concentrare appieno nelle corse in America.

I successi nell’automobilismo gli valsero, nel 1986, il titolo di Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico.

Nel 1987 Herd riportò la March in F.1, cedendo poi il team alla compagnia finanziaria giapponese Leyton House e aprendo un proprio studio di progettazione, la Robin Herd Ltd., per mezzo del quale progettò i telai della Larrousse dal 1992 al 1994.

In seguito al fallimento del team francese nel 1995, la compagnia di Herd sviluppò i telai per il team Forsythe in Indycar, chiudendo poi i battenti a fine stagione.