In F.1 la prima parte degli anni duemila è stata contrassegnata dal dominio di Michael Schumacher e della Ferrari.
Il tedesco e la rossa di Maranello hanno dato vita ad un binomio fino ad oggi senza eguali nella storia della massima serie a ruote scoperte, centrando in coppia tra il 2000 e il 2004 cinque titoli piloti ed altrettanti titoli Costruttori consecutivi, a cui va sommato l’alloro conquistato dalla Ferrari nel Mondiale 1999.
Stagioni consegnate agli annali della formula uno, ma non esenti da una rincorsa lunga e non facile.
Quando il direttore della Scuderia Modenese Jean Todt perfezionò l’ingaggio di Schumacher sul finire del 1995, il cavallino rampante stava ancora risalendo la china dopo anni infruttuosi, non certo all’altezza del suo blasone.
Il titolo Mondiale Piloti mancava addirittura dal 1979, anno del trionfo di Jody Scheckter, e l’arrivo del talentuoso tedesco, appena laureatosi Campione del Mondo per la seconda volta di fila con la Benetton apparve la mossa più logica per cercare di invertire la rotta.
Gradualmente Schumacher riuscì a cucirsi addosso la Ferrari, complice l’arrivo a Maranello dei fidi tecnici ex Benetton, e nel biennio 1997-1998 sfiorò due volte il titolo Mondiale, per poi rimanere vittima di un incidente nel 1999 a Silverstone che non gli permise di finire la stagione da protagonista.
L’atteso riscatto si materializzò nel 2000, primo atto di una sequenza di vittorie (48), raggiungendo quota 7 Titoli Iridati.
Talento e determinazione in dosi massicce ed un feeling intensissimo con il box e le mnoposto del cavallino: questi gli ingredienti della ricetta che ha permesso a Michael Schumacher di dominare per 5 stagioni il Mondiale di formula uno.
Ancora nessun commento